Fiabe
la fabbrica del
cioccolato
la storia infinita - momo
peter pan
il signore degli anelli
harry potter
A scuola si insegna(va) che esiste una differenza fra favola e
fiaba. Per ‘favola’ si definisce quel tipo di racconto, breve,
solitamente a carattere allegorico, con morale finale. Tipici
esempi: le favole di Esopo e Fedro, con protagonisti animali, le cui
azioni e i cui comportamenti riflettono i difetti degli uomini.
Nella fiaba, invece, compaiono personaggi umani, ma con peculiarità
fantastiche come maghi, streghe, fate, gnomi e simili. Tuttavia,
anche nelle fiabe possono esserci animali, appartenenti sia alla
fauna normale, sia a quella fantastica, come draghi, unicorni,
ippogrifi e via elencando.
Nel corso dei secoli tantissime ne sono state narrate e tramandate
oralmente – e, di solito, si tratta di leggende - , tantissime ne
sono state scritte.
Quelle che
ricordiamo, vuoi per relativa vicinanza cronologica, vuoi per la
fama che hanno conquistato negli anni successivi alla loro
pubblicazione, portano le firme dei fratelli Grimm (Fiabe
per bambini e famiglie), di Charles Perrault (Cappuccetto
Rosso, Cenerentola…) e di Hans Christian Andersen (La
Sirenetta, La piccola fiammiferaia), trasposte in celluloide
grazie alla bravura dei disegnatori Disney. A queste, ormai entrate
fra i classici, si affiancano le nuove, scritte nel 20° secolo,
tratte dai racconti del norvegese Roald Dahl, vedi
La Fabbrica del Cioccolato, e le due fiabe del
tedesco Michael Ende: La
Storia Infinita e
Momo, che sono
finite anche al cinema con esiti non del tutto convincenti.
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LA FABBRICA DEL
CIOCCOLATO
La Fabbrica del Cioccolato è una simpatica fiaba
incentrata sul personaggio di Willie Wonka,
padrone appunto di una fabbrica che produce cioccolato e
confeziona dolci con questo ingrediente, che, per un certo
periodo decide di tenere chiusa per una sua crisi
esistenziale. Un giorno decide di indire un concorso nel
quale i bambini del villaggio sono invitati a trovare una
tavoletta di cioccolato con dentro un biglietto d’oro
zecchino. Chi la troverà, avrà diritto ad una completa
visita della fabbrica e a diventarne addirittura nuovo
proprietario. Neanche a dirlo, il vincitore sarà un bambino
che non ha mai vinto nulla nella vita e che non aveva mai
aspirato a vincere qualcosa.
Nonostante il contenuto ‘dolce’, la fiaba fa trapelare
risvolti amari. Willie infatti, da bambino è stato assillato
da un genitore dentista che gli ha sempre proibito i dolci e
non gli ha mai regalato una carezza. Il bambino vincitore ha
modo di conoscere e capire il suo dramma e lo inviterà a
vivere a casa sua.
Il regista
Tim Burton ha riversato
questa fiaba in film creando una pellicola estremamente
visionaria, com’è nel suo stile e, trasformandola in un
musical coloratissimo e divertente, grazie anche all’ottima
interpretazione di Johnny Depp nella parte di Willie,
personaggio che può non riuscire simpatico proprio a causa
del suo astio nei confronti dei bambini, di cui è sempre
stato invidioso. Il film è il 2o remake, in ordine
cronologico, dopo quello del '71, con Gene Wilder nei panni
di Willie Wonka. |
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LA STORIA INFINITA - MOMO
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La Storia
Infinita è una vera e propria fiaba nel senso quasi
classico del termine. Gli unici due personaggi ‘reali’ sono
il protagonista Bastian e suo padre. Dopo aver
perso la mamma, e non riuscire a essere capito da un padre
piuttosto freddo e assente, perso nel dolore per la morte
della moglie, Bastian si isola in un mondo tutto suo, fatto
di libri e sogni. Una notte si addormenta nella biblioteca
della scuola, leggendo un libro misterioso rubato ad un
antiquario e precipita in un mondo assolutamente
fantastico, il Regno di Fantàsia, popolato da
bellissime principesse, valorosi cavalieri e animali del
tutto irreali. L’Infanta Imperatrice, regina,
deve salvare il suo regno dalla minaccia del Grande
Nulla e incarica il giovane e nobile Atreiu
di scoprire il modo per sconfiggere il nemico. Ma sarà
proprio Bastian, ormai risucchiato dalla trama, ad
assicurare al regno e al suo stravagante popolo, pace e
prosperità. |
Momo invece è una bambina, fuggita
da un orfanatrofio, dalla capigliatura foltissima e grandi
occhi chiari che possiede un grande dono: sa ascoltare il
prossimo. Rifugiatasi fra le rovine di un antico anfiteatro,
diventa ben presto la beniamina degli abitanti della zona
che si rivolgono a lei per qualsiasi problema. Un giorno la
comunità viene invasa dagli ‘Uomini Grigi’ sedicenti agenti
di una Cassa di Risparmio del Tempo, in realtà, autentici
truffatori ai danni della razza umana. In compagnia del
Custode del Tempo, Mastro Hora, e della tartaruga Cassiopea,
Momo riuscirà sventare il diabolico intrigo. In queste due
fiabe, è evidente che per Ende l’elemento importante è la
fantasia, alimentata dalla lettura e dal candore
dell’infanzia. |
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PETER PAN
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E, a proposito di candore infantile, come dimenticare la
fiaba che, più di tutte, forse, simboleggia l’infanzia senza
limiti di età e, che si è giustamente meritata il suo posto
nella storia della narrativa fiabesca e, soprattutto il suo
titolo per indicare un complesso umano tanto amato e
studiato da psicologi e psicanalisti, che conosciamo con la
definizione ‘sindrome di Peter Pan?
Per l’appunto,
Peter Pan, di J. M. Barrie, la storia del
bambino che non voleva crescere, emblema di tutti coloro, -
chissà perché quasi sempre uomini – che vogliono restare
bambini per sempre. A essere sinceri, tutti noi cerchiamo,
con tutte le nostre forze, di conservare nel nostro animo un
angolino in cui il passare del tempo non intacchi la nostra
innocenza e la voglia costante di sognare e giocare con gli
altri e con la vita. |
Interessante la trasposizione cinematografica di Steven
Spielberg che gira la favola illustrandocela dal punto di
vista del Capitan Uncino, il quale rapisce i figli del
manager Peter Banning (un ottimo Robin
Williams) in viaggio a Londra per visitare la nonna
Wendy, e li porta all’Isolachenoncè,
costringendo l’indaffarato Peter a compiere un viaggio a
ritroso nel tempo e nella sua infanzia, scoprendo che
Capitan Uncino (Dustin Hoffman, sublime!) è
infelice quanto lui, essendo stato sempre ‘obbligato’ a
essere cattivo e a diventare sub.
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IL SIGNORE DEGLI ANELLI |
Ma, fra le opere che forse possono essere considerate quasi
pure, nel genere fantasy, si annovera senza dubbio la saga
de IL SIGNORE DEGLI ANELLI di John Ronald Ruel Tolkien.
Favola fiume, articolata in tre capitoli: LA COMPAGNIA
DELL’ANELLO, LE DUE TORRI e IL RITORNO DEL RE, per un totale
di oltre mille pagine, l’opera ci narra la storia del
piccolo Hobbit, Frodo che, ricevuto un misterioso anello dai
poteri magici non positivi, ha il compito di portarlo in un
determinato luogo, Il Gran Burrone, che si
trova sul Monte Fato, e gettarlo prima che
questo oggetto porti alla distruzione l’intero mondo. Il
viaggio per raggiungere la mèta sarà lungo, faticoso e
durissimo, ma Frodo potrà contare su molti amici al suo
fianco, fra i quali il mago Gandalf, l’elfo
Legolas e il nobile Aragorn. |
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Frodo sa che non può usare l’anello, ma la tentazione di
farlo lo coglierà più di una volta. Un mondo, il suo, che
ha un solo legame con
il reale: Tolkien ha dato alle strade
che percorrono la Terra di Mezzo, luogo dove si svolge la
vicenda, i nomi delle antiche strade romane, cioè, i
Decumani.
Per la vasta parte favolistica, Tolkien ha attinto con
abbondanza ai miti e leggende nordici e celtici, creando
così un universo da sogno,
a tratti anche da incubo, come
pochi hanno saputo fare nella storia della letteratura
fantastica.
Tra l’altro, leggendo questo romanzo, ci si può divertire
anche scovando tutti i simboli, simbolismi e significati
reconditi, disseminati lungo la storia. E ce ne sono
moltissimi. Il più importante, ovviamente è proprio
l’anello. Infilato nel dito esso consente come minimo di
rendersi invisibili, potendo così sfuggire a gravi pericoli.
Ma, proseguendo con la lettura, si scopre che è anche uno
strumento dotato di poteri distruttivi, oltre ad essere un
collegamento con il Signore Oscuro, al secolo Sauron,
Signore di tutti gli Anelli
(sono 19: 3 anelli al Re degli Elfi sotto il cielo che
risplende;/ 7 ai principi dei Nani nelle lor rocche di
pietra;/ 9 agli uomini mortali che la triste morte attende;/
1 per l'Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra,/ nella Terra
di Mordor dove l'Ombra Nera scende;/ un Anello per domarli,/
un Anello per trovarli/, un Anello per ghermirli e nel buio
incatenarli nella Terra di Mordor dove l'Ombra cupa scende) che, attraverso quell’Anello nel
dito di Frodo, riesce a sapere sempre dove lui si trova e
usa tutti i sistemi per tentarlo nell’adoperare quei poteri.
Il romanzo è stato recentemente e mirabilmente portato al
cinema, sempre diviso nei tre capitoli, dal regista
Peter
Jackson, che ha saputo ricostruire storia e atmosfera
senza distaccarsi troppo dalle pagine tolkeniane, pur usando
tutte le licenze che il cinema a volte impone.
Tuttavia, si riscontrano differenze fra la versione scritta
e quella su pellicola. D'altronde, non poteva essere
diversamente. I tempi cinematografici esigono maggior
sintesi a favore degli spettatori e per motivi economici.
Chi ha letto religiosamente l'opera avrà notato, per
esempio, che:
1) nel primo capitolo: LA COMPAGNIA DELL'ANELLO è
stato completamente cancellato il personaggio di Tom
Bombadil e le sue vicissitudini;
2) nel secondo capitolo: LE DUE TORRI è sparito
l'episodio dell'incontro/scontro fra i nostri eroi e il
terribile enorme ragno (femmina) Shelob, trasferito
nel 3o capitolo;
3) nel 3o capitolo: IL RITORNO DEL RE, all'inizio, è
stato inserito l'episodio di Gollum, ex hobbit, il
cui nome originario è Sméagol, che, completamente
posseduto dal potere malefico dell'Anello, durante una gita
in barca sopprime fisicamente il cugino Déagol autore
casuale del ritrovamento dell'oggetto, episodio che invece
si trova nel prequel letterario LO HOBBIT.
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HARRY POTTER
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Altro recente esempio di narrativa ‘fantasy’ da nominare è
la saga, più lunga, di HARRY POTTER.
Sette episodi per raccontare la vicenda del giovane mago il
quale
a 11 anni entra nella scuola di Hogwarts, prestigioso e
goticamente lugubre istituto che prepara i giovani, dotati naturalmente
di poteri magici, a diventare ‘professionisti’, ne
esce a 16 (non finisce gli studi), e si trova, per tutte le sette
puntate, a combattere il mago crudele Woldemort che, appena
nato, gli uccide i genitori e gli lascia come suo ricordo
una cicatrice a forma di saetta sulla fronte.
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Esiste più di un’attinenza fra le due saghe letterarie. Sia
Frodo che Harry devono affrontare e lottare contro un nemico
che, nel corso delle loro vicissitudini, stabilisce comunque
un legame ambiguo con loro. Sia Frodo che Harry possono
però contare su persone che li aiuteranno nel loro difficile
percorso verso la salvezza e il lieto fine. Dunque, in
entrambe le opere vengono messi in giusto risalto il valore
dell’amicizia, l’importanza degli affetti e dei rapporti
inter-personali, in genere.
Da registrare
anche similitudini fisiche, morali e (para)psicologiche di
alcuni personaggi. Albus Silente, preside
della scuola di Hogwarts, assomiglia e ricorda Gandalf, il
mago del Signore degli Anelli, anche lui saggio e dotato di
poteri speciali.
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