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Una tipologia di creature infelici, sia in letteratura che poi al cinema, sono quelle non propriamente umane, in altre parole, quegli esseri con aspetto umano, ma non venuti biologicamente al mondo da altri esseri umani. In linea di massima, queste creature sono frutto di strani e inquietanti esperimenti, condotti di solito da scienziati, o comunque, persone con nozioni scientifiche piuttosto elevate, che per qualche ora della loro vita hanno forse voluto mettersi al posto del Creatore per verificare se fossero in grado di emularlo anche nella sua massima capacità. Gli esiti sono drammatici, le conseguenze ancor di più. Viktor Frankenstein, il più noto, creato in una notte buia e tempestosa dalla diciottenne Mary Shelley nel corso di una gara narrativa, assembla pezzi di cadaveri per dar vita alla sua creatura che, oltre ad essere mostruosa, è anche aggressiva poiché, come i vampiri, è consapevole di poter amare, vorrebbe essere amata, non ci riesce e quindi uccide colui o colei che la respinge. Il mostro di Frankenstein è ricordato al cinema in varie pellicole, ma sono essenzialmente due quelle che vanno menzionate: FRANKENSTEIN di James Whale del 1931 e, ai nostri giorni, FRANKENSTEIN D I MARY SHELLEY firmato da Kenneth Branagh, in una sontuosa versione interpretata da Robert de Niro
Altra creatura frutto della tecnologia, anche quando è primitiva, è l’automa. E qui abbiamo il primo caso di incontro fra due generi: fantasy e fantascienza. L’UOMO DEL BICENTENARIO di Isaac Asimov è forse più fantascienza, nel racconto di un robot talmente avanzato da arrivare a desiderare di diventare umano, ottimamente interpretato al cinema da Robin Williams. Il racconto di Asimov termina con la trasformazione del protagonista da robot in essere umano. Il film allunga la storia di più del doppio mostrando anche la sua vita che si svolge più o meno secondo i canoni della normale vita umana, matrimonio compreso, e si conclude con la morte, come qualsiasi essere umano. Creature che oscillano al confine fra umano e tecnologico, sono anche i replicanti di Blade Runner, uomini e donne, costruiti all'interno di una grossa multinazionale elettronica, la Tyrrell Corporation, con una scadenza di 4 anni, ma con un'anima che non li distingue molto dagli umani. E sempre in tema, si può citare il 'Meca' del bellissimo intelligenza artificiale, bambino dall'aspetto umano, ma vivente grazie a circuiti elettronici, partorito dalla fantasia letteraria di Philip Dick, (Cacciatore di androidi, da cui: Blade Runner), e adattato per il cinema dal sempre talentuoso e immaginifico Steven Spielberg. by slm torna ad archivio altri argomenti: fantasmi, fenomeni paranormali, fiabe, vampiri |